Pamela Ferri, SottoPazzo, Medolago

Il SottoPazzo, l’opera murale di Pamela Ferri

Vi racconto la storia del SottoPazzo

I protagonisti di questa storia sono il sottopasso di Medolago, un comune nella bergamasca, un’artista dalla genialità e dall’entusiasmo contagiosi, Pamela Ferri, e l’accoglienza dei medolaghesi che, dalla più alta carica al più giovane dei volontari, hanno dimostrato di avere a cuore il proprio territorio, tanto più adesso che il SottoPazzo ne è diventato parte integrante.

Situato in via Europa, il sottopasso in questione collega il centro abitato al nuovo Parco comunale e da qualche mese ospita il cantiere artistico dell’opera murale chiamata SottoPazzo che sarà inaugurata nel mese di novembre 2024. A raccontare il progetto è la sua ideatrice, Pamela Ferri, artista che di recente ho avuto il piacere di conoscere e con la quale ci sono già in programma nuovi progetti.

Nei mesi scorsi mi è stato possibile sbirciare gli avanzamenti dei lavori grazie alle tantissime immagini che mi ha inviato in anteprima e soprattutto attraverso i suoi racconti: dalle sue parole, a emozionarla nel profondo è stato l’interesse da parte dei medolaghesi che, dai primi sguardi curiosi e anche un po’ dubbiosi, ben presto, una settimana dopo l’altra, hanno iniziato ad abituarsi alla presenza di Pamela, fino ad affezionarsi e a chiedere di lei nei giorni in cui non era presente.

Instancabile e concentrata su quel murale che nessuno ancora riusciva a vedere attraverso i primitivi segni preparatori, ma che nella sua mente era già vivido, con i suoi colori sgargianti e la grande energia con cui presto avrebbe contaminato quel luogo, Pamela non lo sapeva ancora, non aveva ancora idea dei tanti ragazzi che da lì a poco le avrebbero fatto compagnia, lavorando fianco a fianco come volontari, dando ancora più valore a ogni singola pennellata.

È questa la missione più autentica e genuina dell’arte, ovvero integrare, fare comunione, unire personalità differenti che insieme creano una sinfonia unica. Ed è anche il perno della ricerca artistica di Pamela Ferri attraverso lo studio della geometria frattale, anche detta geometria dell’infinito, e l’ausilio di matrici geometriche sempre uguali se individuate singolarmente, eppure capaci di mutare e dare movimento se viste nella loro totalità.

A partire dallo scorso maggio, il sottopasso ha visto la presenza di molti più passanti rispetto a quanti avessero la voglia, per non dire il coraggio di addentrarvisi prima. Spinti dalla curiosità e dalla presenza quotidiana dell’artista in quella bottega d’arte a cielo aperto, un po’ alla volta si è venuto a creare un ricircolo di volti, sorrisi ed energie nuove che si sono integrate alla perfezione con i colori che hanno completato l’opera di Ferri. Vedere riconosciuto il valore del proprio lavoro è senza dubbio la risposta migliore che un artista possa ricevere, e non è mai scontato. Ma ciò è il frutto delle buone intenzioni che guidano un’idea come questa, ovvero, riqualificare uno spazio pubblico affinché esso torni a essere di tutti. Esattamente come insegna l’arte.

Rosanna Accordino

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