THROUGH INVISIBLE WALLS

Tempesta Gallery è lieta di annunciare Through Invisible Walls, bi-personale degli artisti Anna-Lena Krause e Viktor Petrov. La mostra inaugurerà il 25 settembre 2025 presso la galleria in Foro Buonaparte 68, Milano. Gli artisti saranno presenti.

Viktor Petrov

Walled Up

2023

L’esposizione mette in dialogo due ricerche artistiche che indagano i dispositivi, visibili e invisibili, attraverso cui il potere modella lo spazio, la percezione e le relazioni interpersonali.
Nel lavoro di Viktor Petrov (Pleven, 1991; vive e lavora a Berlino), le infrastrutture e gli oggetti funzionali – come scudi antisommossa, elementi architettonici modernisti e superfici industriali – si trasformano in dispositivi critici che rivelano le ideologie sottese alla produzione dello spazio. Le sue opere, concepite come micro-architetture, interrogano la costruzione come atto politico e mostrano come ogni forma, anche apparentemente neutra, porti con sé idee di ordine e disciplina.
La ricerca di Anna-Lena Krause (Berlino; vive e lavora a Londra) si sviluppa invece tra scultura, performance e strumenti digitali quali 3D scanning e intelligenza artificiale. La sua pratica esplora le dimensioni immateriali del potere – memoria, affetto, percezione – per mostrare come esse vengano costantemente ridefinite in un’epoca di connessioni smaterializzate.

Il confronto tra Petrov e Krause evidenzia la crescente porosità tra architetture materiali e costruzioni immateriali: se il primo lavora su strutture che determinano accesso, visibilità e movimento, la seconda esplora quelle che modellano la presenza e le relazioni. Insieme, i due artisti offrono uno sguardo critico sullo spazio e sul corpo come luoghi di negoziazione politica e culturale.

THROUGH INVISIBLE WALLS

In un’epoca in cui il potere non si manifesta soltanto attraverso la legge o le istituzioni, ma si infiltra nelle infrastrutture materiali e nei protocolli invisibili del digitale, il lavoro di Viktor Petrov e Anna-Lena Krause agisce come un doppio dispositivo di decostruzione. Da una parte, svela i meccanismi di produzione dello spazio e delle gerarchie; dall’altra, li riconfigura come luoghi di resistenza, interrogando la nostra capacità di percepire, ricordare e relazionarci.

Michel Foucault scriveva che “lo spazio è fondamentale in ogni forma di esercizio del potere” e che non esistono architetture innocenti. La ricerca di Viktor Petrov si colloca esattamente su questa linea: partendo da materiali che appartengono all’immaginario del controllo – scudi antisommossa, elementi di facciata modernisti, superfici tecnologiche legate alla produzione – egli ne trasforma la funzione per rivelarne la matrice ideologica. Così, il vetro trasparente del modernismo, simbolo di apertura e progresso, diventa anche barriera, strumento di sorveglianza, interfaccia tra l’individuo e il potere che lo osserva. Nella sua pratica, “costruire” è sempre un atto politico, e ogni oggetto è una micro-architettura che porta con sé un’idea di ordine, disciplina e distribuzione del corpo nello spazio.

Se Petrov lavora sul potere come forza che struttura lo spazio, Anna-Lena Krause lo affronta come energia che plasma le percezioni e i legami interpersonali. La sua pratica, che intreccia scultura, performance e strumenti digitali come 3D scanning e intelligenza artificiale, indaga cosa significhi essere presenti, ricordati o dimenticati in un’epoca di connessioni sempre più smaterializzate. Come scrive Donna Haraway, “nessuno vive mai da solo”, e la nostra esperienza è sempre intrinsecamente relazionale: Krause mette in scena questa interdipendenza, mostrando come il potere agisca anche nei territori dell’affetto e della memoria, nei processi attraverso cui interiorizziamo il mondo e costruiamo noi stessi.

Il punto di contatto tra i due artisti risiede nel comune interesse per la costruzione come forma di potere: Petrov si concentra sulle strutture fisiche che definiscono accesso, visibilità e movimento; Krause su quelle immateriali che influenzano il modo in cui ci percepiamo e interagiamo. Entrambi, tuttavia, ci mostrano che la distinzione tra queste due dimensioni è sempre più porosa. Come scrive Judith Butler, “non esiste corpo che non sia, in qualche modo, già un corpo politico”: lo spazio, la memoria e la percezione sono tutti campi di battaglia in cui si gioca il rapporto tra soggetto e potere.

In mostra, le opere di Petrov e Krause si dispongono come due polarità che si attraggono e si interrogano. Nei lavori di Petrov, le forme rigide e funzionali delle infrastrutture si aprono a letture inattese, quasi ironiche, che ne rovesciano l’autorità. Nei lavori di Krause, la materialità del corpo si dissolve e si ricompone in ambienti stratificati, dove la distinzione tra reale e virtuale si fa incerta, costringendo lo spettatore a confrontarsi con i propri stessi limiti percettivi.

Hannah Arendt ricordava che “il potere nasce tra gli uomini quando agiscono insieme”. In questa mostra, il potere si rivela nello spazio, non solo per osservare, ma per situarsi, prendere posizione, e forse scoprire che ogni costruzione – sia essa un muro o un ricordo – può essere smontata e ricostruita.

Elisa Bonzano

INFORMAZIONI MOSTRA

Inaugurazione: 25 settembre 2025, ore 18:00

Sede: Tempesta Gallery, Foro Buonaparte 68, Milano

Durata mostra: 26 settembre – 1 novembre 2025

Martedì a Venerdì | 15:00 — 19:00

Info: info@tempestagallery.com

+39 3349909824

www.tempestagallery.com

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