Core è la bipersonale pensata e ideata da donne: le due artiste protagoniste, Silvia Ottobrini e ReBarbus, alias Vissia Giustarini, la curatrice Rosanna Accordino e l’architetto gallerista Monica Cecchini, che accoglie la mostra all’interno degli spazi di Incinque Open Art Monti.
Core è un termine del dialetto romano molto utilizzato che si traduce con la parola cuore e identifica anche il carattere gioioso e goliardico dei romani, il loro spirito appassionato ed euforico, raccogliendo pregi e difetti.
È anche la traduzione in inglese della parola nucleo, la parte interna più compatta e nevralgica che costituisce l’essenza delle cose. Nella cellula, il nucleo è sede di importanti processi e raccoglie la gran parte del patrimonio genetico dell’individuo. A livello astronomico, il nucleo solare assolve alla funzione di riscaldare e di tenere in vita, analogamente al compito del cuore all’interno di un organismo.
Rosso, caldo, ma al tempo stesso oscuro e cavo, il cuore è luogo di conciliazione dei principi complementari, sintesi del maschile e del femminile. Attraverso il folklore europeo, nasce la tradizione del cuore stilizzato di colore rosso, a simboleggiare il sangue e la passione. Ma il cuore è anche triangolo rovesciato che a livello esoterico rimanda al potere del femminile divino.
Il chakra del cuore si trova al centro del petto e fa da collegamento fra i tre chakra inferiori e i tre superiori. In esso si trova la sede dello spirito, del sé superiore, della scintilla divina che appartiene a ogni essere umano. Paura, gelosia, possessività, risentimento sono tutti sintomi di un chakra del cuore chiuso. In letteratura il cuore è un elemento imprescindibile dei riti magici. Cibarsi del cuore del nemico ha il significato simbolico di acquistare forza e coraggio.
Core è la mostra che racconta un’analisi introspettiva condotta a quattro mani, un’indagine dell’anima spinta fino a scoprire i nervi che compongono il nucleo di ciascuno, saggiando con coraggio la materia di cui è fatto. È una ricerca soggettiva e spesso dolorosa che può far trovare tesori o far emergere ombre. Come scrive Haruki Murakami, “Il cuore umano a me dà l’impressione di un pozzo profondissimo. Nessuno sa cosa ci sia laggiù. Si può solo cercare di immaginarlo dalle cose che ogni tanto vengono a galla.”