Una “Parentesi” espositiva nel centro culturale di Roma Smistamento

Lo scorso 1° dicembre 2023 Parentesi ha inaugurato presso la sede di TWM Factory, nel centro culturale di Roma Smistamento in via Arimondi 3, la mostra QUEER PANDÈMIA: genesi di una metamorfosi. Il Direttivo dell’Associazione, dopo l’esperienza a Base Milano nel giugno 2023, ha deciso di portare il progetto anche nella capitale: l’arte queer, argomento sensibile e controverso, ha però minato la possibilità di una collaborazione con le Istituzioni, e ciò ha contribuito alla nascita di una nuova casa per i linguaggi contemporanei dove la libertà di espressione diviene il principio cardine.

Tra gli artisti in mostra, con piacere ritroviamo Davide Viggiano che ha collaborato con CurArt un anno fa, partecipando alla collettiva OUT. Oltre l’umano tabù presso Officine Brandimarte ad Ascoli Piceno. Gli altri artisti presenti sono: AdeY, Alberto Maggini, Bruno Cipriani, Daniele Costa, Davide Martella, Denys Shantar, Diego Moreno, Domenico Cennamo, Florian Hetz, Giulia Cauti, Giuseppe Loi, Guglielmo Mattei, Ilare, Jacopo Paglione, Matteo Piacenti, Ohii Katya, Ornella Mercier, Sara Lorusso, Sofia Talanti, Valeria Carrieri e Ziyu Wang (Diletta Bellotti e LIM)

Come recita il comunicato stampa, QUEER PANDÈMIA: genesi di una metamorfosi è un racconto di corpi, materie in-organiche e fioriture di vario genere. Attraverso fotografie, installazioni e opere plastiche, l’esposizione si propone di riscoprire il significato di “differente” in quanto valore e non scarto, attraverso le dinamiche di trasformazione e ricircolo, per generare uno spazio di germinazione identitaria fluido e mutabile.

La data di inaugurazione non è stata scelta a caso, il 1° dicembre è il World AIDS day, giornata dedicata a consapevolezza e ricordo. Queer e malattia costituiscono una connessione che la società fa fin dagli anni ’80, e l’intento della mostra è quello di mostrare l’uomo oltre l’uomo stesso, superando i pregiudizi e l’ignoranza, quest’ultima intesa come non conoscenza di qualcosa e che per tale motivo spaventa e fa paura. Lasciarsi contagiare dalla consapevolezza è, invece, la cura a questa pandemia di intolleranza. “Noi saremo la cura” recita il manifesto della mostra.

Particolarmente significativa è l’installazione di Giulia Cauti, Standing on the threshold. Realizzata con biomateriali, racconta la mutevolezza umana: sospesa nel centro della sala, l’opera ha tutto e nulla sotto di lei, è una soglia che si libra in bilico con le sue paure e le incertezze. In una dimensione astratta, mostra il lato più intimo e vero dell’essere umano, con le sue lotte e le contraddizioni, in un incedere inarrestabile verso il disfacimento e la fine.

La mostra sarà visitabile fino al 14 gennaio 2024. Per maggiori informazioni vai al sito.

Foto di Annalisa Apicella

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