Transizione/evoluzione figurativo–astratto

Spesso l’arte astratta viene percepita come complessa e indecifrabile, con un significato celato nella mente dell’artista che difficilmente giunge all’osservatore, il quale ne trae un’interpretazione del tutto personale. Attraverso questa riflessione, Marica Romano compie un procedimento di smembramento e rielaborazione in chiave astratta di due sue opere. Uniche connessioni tra le versioni figurative e i successivi adattamenti astratti sono la dimensione delle tele e la palette dei colori.

Idealmente, chi osserva compartecipa a questa transizione e al trasporto emotivo che ne ha guidato le pennellate, riconoscendo e individuando gli elementi principali dei lavori, resi su tela in maniera del tutto spontanea e libera da regole prospettiche e accademiche. La pittura diviene così un mezzo catartico attraverso il quale l’artista si abbandona alla propria istintività: l’evoluzione compiuta all’interno di un’opera si accompagna sempre all’evoluzione personale di chi l’ha creata.

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